Francesco Leone Commercialista

logo_francescoleone

Come fai a capire se la tua azienda è in salute?

Uno dei modi più semplice è capire se l’azienda guadagna, ovvero se il business che porti avanti è in grado di generare un fatturato ed un margine tale da coprire tutti i costi, lasciando un utile ai soci o all’imprenditore.

Questa è una semplificazione ma il concetto fondamentale è giusto.

Per analizzare questo, ovvero, il fatto che l’azienda sia in salute e quanto realmente lo sia, uno strumento fondamentale è il calcolo del Margine di Contribuzione, che è il fratello meno conosciuto del Margine Operativo Lordo (MOL) o EBITDA, tanto usato, specialmente nel mondo anglosassone, per quantificare il valore e la salute di una azienda.

Vediamo ora di cosa si parla quando ci riferiamo al Margine di Contribuzione, in particolare partendo da quello riferito ad un singolo prodotto.

Questo è importante perché per guadagnare realmente con la tua azienda devi guadagnare su ogni prodotto o servizio che vendi.

Si definisce Margine di Contribuzione di un prodotto realizzato da un’impresa la differenza fra i ricavi di vendita ed il costo variabile delle quantità vendute di tale prodotto. Questa dato misura, quindi, il contributo che tale prodotto fornisce all’impresa per realizzare la copertura dei costi fissi.

Il margine di contribuzione è un elemento fondamentale per misurare la redditività di ogni prodotto, linea di prodotti o servizio. L’obiettivo dell’impresa sarà quindi quello di massimizzare il margine di contribuzione in relazione al prezzo praticabile nel mercato in cui opera.

Il MdC assume un’importanza fondamentale nelle aziende multi-prodotto, o con più attività diverse tra loro; infatti, conoscere il margine di contribuzione di ciascun tipo di attività, o linea di produzione o servizio permette di avere di un’idea chiara di quanto ogni singolo prodotto o servizio contribuisca alla redditività (o sottragga redditività) dell’Azienda.

L’adozione del margine di contribuzione consente infatti di individuare i prodotti/servizi più redditizi, cioè con il margine più elevato, e di effettuare scelte di prezzo, volume e mix più convenienti. Inoltre semplifica il controllo dei costi, eliminando le distorsioni derivanti dall’assorbimento dei costi fissi.

In azienda spesso si conosce il margine di contribuzione globale. Meno diffuso è invece un sistema di rilevazione dei costi per singola attività o per singola linea di prodotti o per singolo prodotto/servizio, presumibilmente perché implica un dispendio maggiore in termini di tempo.

Le informazioni relative a queste rilevazioni possono essere desunte dalle distinte base o dalle schede di lavorazione o dalla stessa contabilità generale opportunamente adattata per suddividere i costi variabili per linea di prodotto/servizio.

Le diverse metodologie di rilevazione dipendono da vari fattori, tra i quali la tipologia merceologica, il fatto che si abbia produzione in serie o per commessa, l’impianto contabile, le risorse che si intendono destinare a queste rilevazioni.

Il margine di contribuzione di periodo è determinato dalla somma dei margini di contribuzione unitari (differenza tra il prezzo di vendita unitario ed il costo variabile unitario) relativi ad un dato periodo. Se questo è uguale al totale dei costi fissi del periodo si raggiunge il punto di pareggio. Un margine di contribuzione maggiore dei costi fissi genera un utile.

Attraverso il margine di contribuzione è possibile riclassificare il conto economico in modo da valutare l’effetto sul reddito di variazioni del volume di vendita o del fatturato. Questa riclassificazione si ottiene deducendo dai ricavi i costi variabili.

Un prodotto che realizza un margine di contribuzione positivo alleggerisce gli altri prodotti dall’onere di dover coprire i costi fissi, perché questi ultimi ne devono coprire una minore quantità.

Se invece il margine di contribuzione di un prodotto è nullo o negativo, all’impresa converrà eliminarlo, in quanto, se il margine di contribuzione è pari a zero, il prodotto non fornisce alcun contributo alla copertura dei costi fissi e, quindi, alla redditività dell’impresa, e di conseguenza è inutile (i ricavi di vendita di quel prodotto consentono la sola copertura dei suoi costi variabili); se il margine di contribuzione è negativo, il prodotto consuma il margine di contribuzione degli altri prodotti realizzati dall’impresa di un importo pari al suo margine di contribuzione negativo, abbattendo in tal modo il reddito netto dell’impresa.

Il margine di contribuzione è quindi utile nello studio della redditività d’impresa, in quanto fornisce all’imprenditore dati estremamente chiari e concreti sia in caso di analisi consuntiva del risultato d’esercizio sia in sede di pianificazione.

Esso contribuisce a definire scelte di breve periodo o impreviste sul piano dell’organizzazione produttiva o aziendale.

Scopriamo di seguito tre formule fondamentali per il calcolo del Margine di Contribuzione:

  • Margine di Contribuzione Complessivo (per più prodotti o per singolo prodotto):

Ricavi di Vendita (al netto di Oneri Comm.li) – Costi Variabili       = Mdc Complessivo

Margine di Contribuzione Unitario: Prezzo – Costo variabile unitario   = Mdc Unitario

Margine di Contribuzione Percentuale: Margine di Contribuzione =   %    Ricavi

Esempio di Calcolo:

Azienda che produce e vende n. 2.000 pezzi di un prodotto ad un prezzo unitario di € 30 cadauno. L’azienda corrisponde provvigioni del 10% sui ricavi di vendita. L’azienda sostiene i costi di produzione sotto elencati.

Ricavi                                      € 60.000

-Oneri commerciali                €   6.000

Ricavi al netto O.Comm.li    €  54.000

Costi Variabili

Materie prime                                    €  20.000

Manodopera Diretta                          €  14.000

Energia                                   €    5.000

Totale costi variabili               €  39.000

Margine di Contribuzione      € 15.000    ( 54.000 – 39.000)

Margine di Contr. Unitario    €    7,50     ( 15.000/2.000 pz.)

Margine di Contr. Percentuale    25%     ( 15.000/60.000)

Con questi tre semplici dati, facilmente desumibili da una corretta contabilità aziendale, ogni imprenditore potrà avere a disposizione delle informazioni preziosissime per decidere se accettare o meno un ordine aggiuntivo di prodotti, per valutare quali prodotti continuare a produrre e quali no, per analizzare su quali prodotti guadagna e su quali perde, e, in generale, avere un controllo maggiore e più approfondito sul conto economico e sulle sorti future della propria Azienda.

Se vuoi approfondire le modalità di calcolo del margine di contribuzione, capire quale è il MdC della tua azienda o se vuoi un contatto su questo tema e altri argomenti connessi al controllo di gestione, puoi contattarmi qui.