Francesco Leone Commercialista

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In un contesto sempre più globalizzato e interconnesso, l’internazionalizzazione rappresenta una delle sfide più importanti per tutte le imprese italiane, indipendentemente dal settore di attività e dalla loro dimensione.

Tramite il processo di internazionalizzazione le imprese possono espandere e consolidare la propria presenza in nuovi mercati, sfruttando maggiori opportunità di business e di redditività.

Internazionalizzarsi non significa necessariamente delocalizzare i processi produttivi o creare punti vendita in paesi esteri. È sufficiente anche solo instaurare rapporti con operatori esteri, come finanziatori o fornitori, e esportare i propri beni e servizi.

Si tratta di un processo evolutivo che spesso risulta necessario, data la saturazione dei mercati interni dovuta all’elevato livello di concorrenza e alla congiuntura economica poco favorevole.

A fronte delle grandi opportunità di crescita e sviluppo, l’internazionalizzazione presenta anche diversi rischi e minacce.

Per questo, come per tutte le strategie d’impresa, bisogna innanzitutto chiarire l’idea di business e definire un piano.

Si parte, quindi, dalla redazione di un business plan che descrive il progetto di sviluppo internazionale in tutte le sue parti, dagli obiettivi alle strategie, al fine di valutarne la fattibilità economica e prospettarne i risultati finanziari e commerciali.

Gli obiettivi che le imprese decidono di perseguire tramite l’internazionalizzazione possono essere molteplici. Ne sono esempi l’incremento dei ricavi, la razionalizzazione dei costi o la ricerca di nuovi mercati di approvvigionamento e di sbocco.

Identificati i propri obiettivi, si passa allo studio del micro e del macro ambiente per analizzare tutte le variabili, interne e esterne, che influenzano l’attività d’impresa.

Possono essere utilizzati diversi strategic tools come:

  • l’analisi SWOT (Strenghts, Weakness, Opportunities and Threats) strumento di pianificazione strategica che permette di esaminare le caratteristiche del mercato e del settore in cui si intende operare;
  • l’analisi PEST (matrice dei fattori politici, economici, sociali e tecnologici) strumento a supporto delle ricerche di mercato e della selezione dei Paesi di destinazione.

Non tutti i mercati, infatti, presentano opportunità per l’impresa che intraprende il processo di internazionalizzazione.

I mercati target devono presentare due caratteristiche indispensabili: accessibilità e attrattività. Bisognerà, quindi, verificare le reali possibilità di accesso al mercato tenendo conto dell’esistenza di barriere all’ingresso e analizzando attentamente il contesto competitivo, i trend di crescita e la domanda di mercato per i beni e servizi che si intende esportare.

I diversi step permettono, così, di giungere alla definizione di una strategia di internazionalizzazione di medio/lungo periodo che sia in grado di garantire profitti all’impresa.

Si tratta, tuttavia, di un piano d’azione che va monitorato e migliorato costantemente in modo da cogliere tempestivamente i cambiamenti della domanda e del mercato e agire con interventi correttivi.

L’intensificarsi degli scambi commerciali e lo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno agevolando fortemente le imprese italiane nella commercializzazione dei propri prodotti in contesti al di là dei confini nazionali.

Il processo di internazionalizzazione, però, non è privo di ostacoli ed è facile incorrere nei rischi legati alla mancanza di conoscenze approfondite.

Per questo potrebbe risultare indispensabile il supporto di un consulente esperto che assista l’impresa nell’identificare, in base alle caratteristiche dell’impresa e dei mercati target, la migliore strategia per sfruttare le opportunità di business all’estero.